ROCCA MALATESTIANA DI CESENA

La rocca è sita nel centro della città di Cesena.


LA STORIA

Costruita dopo la distruzione della "Rocca antica" nell'anno 1000, è detta "dell'Imperatore" perché vi soggiornò Federico Barbarossa e pare che per tre anni ci visse sua moglie Beatrice, all'interno di una grande torre, costruita insieme ad altre opere di rafforzamento volute dal condottiero. Nel 1241 giunse a Cesena anche Federico II con intento bellico giacché la città era passata tra i guelfi; dopo la resa, la rocca venne distrutta e ricostruita, per poi essere nuovamente distrutta nel 1248 dal Cardinale Ottaviano degli Ubaldini. Intorno al 1290 il podestà di Cesena distrusse ciò che era rimasto in piedi e solo dieci anni più tardi iniziarono i primi lavori di riparazione grazie a Guido da Montefeltro. Nel 1353 Papa Innocenzo IV volle eliminare i ghibellini degli Ordelaffi dal territorio e quindi per mano del Cardinale Albornoz pose sotto assedio la rocca. Mentre Francesco Ordelaffi organizzò il suo esercito a Forlì, lasciò la guida della difesa nella mani di sua moglie Marzia degli Ubaldini, detta Cia, che fu protagonista di una resistenza tanto eroica quanto tirannica, arrivando a giustiziare i consiglieri che pensavano alla resa. Nonostante tutto ella si dovette arrendere ed abbandonò la città incendiano il campanile della cattedrale come ultimo insulto ai suoi nemici. La rocca venne poi distrutta nel 1377 con l'arrivo dei Bretoni. Pochi anni più tardi Galeotto I Malatesta cominciò i lavori di ricostruzione che durarono fino al 1477 tra rifacimenti e rinnovamenti. Anche Leonardo da Vinci nei primi anni del 1500 partecipò ai lavori sotto incarico di Cesare Borgia sistemando i rilievi della cinta muraria ed approvando il sistema di bombardiere della Rocca nuova. Dopo l'epoca napoleonica il complesso viene trasformato in un carcere ed in concomitanza con la Seconda Guerra Mondiale venne costruito un rifugio antiaereo. Dal 1969 torna nelle mani del Comune e le strutture della prigione vengono rimosse instaurando poi all'interno di essa il Museo della Civiltà Contadina, numerose altre mostre, e dando spazi a numerosi eventi culturali.

LA LEGGENDA

Il corridoio più lungo dell'eificio conta 130 metri ed è stato denominato "corridoio dei fantasmi" per via di presunte apparizioni ed angoscianti suoni uditi nel suo ultimo tratto. Esso era illuminato solo da alcune feritoie e potrebbe esser stata l'aria passante tra esse a creare tali suoni, ma quando queste vennero chiuse in seguito a vari restauri sembra che il "problema" sia persistito. Il primo a parlare di tali eventi sarebbe stato il custode. Esiste anche una sala interrata che avrebbe potuto adempiere al compito di sala delle torture; pare che in essa siano stati avvistati ectoplasmi e figure evanescenti. E sempre a proposito di torture, percorrendo i camminamenti interni si passa per il "corridoio del pozzo", chiamato così perché si affaccia sul "Pozzo dei rasoi", una tortura dove i prigionieri venivano gettati tra le lame acuminate che fuoriuscivano dalle pareti.

ANALISI

La dottoressa Roberta Magnani, responsabile della struttura, ci riferisce che nessuna leggenda e nessun fantasma od evento paranormale accompagna il suo nome storico. Critica verso la gestione precedente (pre 2012), attribuisce a costoro una certa vena creativa a scopi turistici. A quanto pare è stato tutto frutto di un'operazione commerciale e a noi non resta che fidarci della parola degli stessi proprietari, che nel caso avrebbero tutti gli interessi a non nascondere una possibile fonte di attrazione ed invece sottolineano come l'attuale gestione ed il Comune di Cesena vogliono prendere le distanze da questo genere di "speculazioni".