DEJA VU

A chi non è mai capitata la certezza di rivivere un preciso istante, a volte la sensazione si dilunga anche negli attimi successivi. Ma cosa succede davvero in quel momento?



TEORIE SCIENTIFICHE

Riprodurre il caso "a comando" per poterlo studiare è senza dubbio particolarmente difficile e ciò non ha dato modo di dare una risposta certa alla domanda, seppure gli studi effettuati da psicologi e neurologi hanno portato a teorie molto plausibili dalle quali probabilmente la realtà non si discosta di molto.

Il tutto si condurrebbe ad un errore di sincronismo nella nostra percezione dell'ambiente circostante. Tra le teorie più accreditate abbiamo quella realizzata da Josef Spatt, secondo il quale il déjà vu sarebbe un evento epilettico di una specifica zona del cervello che, tramite test di laboratorio, si è visto possa andare "in corto" senza compromettere le altre strutture cognitive (creando quindi tale asincronismo). Un'altra ipotesi potrebbe essere invece legata ad un calo improvviso di attenzione, la cui interruzione presto ripristinata renderebbe nuovo ciò che si è appena visto. Oppure ancora la presenza di un ricordo simile nella nostra memoria che viene prelevato in modo indefinito e dunque ricondotto per somiglianza al presente (una specie di pareidolia); questo ricordo pescato nella memoria potrebbe anche esser stato generato da un sogno ormai apparentemente dimenticato.

Anche il C.N.R. ha cercato di dare una spiegazione (e probabilmente ci è riuscito) mettendo a confronto pazienti che soffrono di epilessia e pazienti sani con frequenti episodi di déjà vu. Avrebbero dimostrato che in entrambi i campioni sono presenti delle particolari caratteristiche morfologiche nel cervello, sebbene in zone differenti quindi questi fenomeni avrebbero un senso differente tra le due tipologie di persone. Per i malati di epilessia sarebbe un errore di gestione della memoria durante gli eventi epilettici; per i soggetti sani piuttosto che un errore mnemonico sarebbe invece un'errata risposta sensoriale allo stimolo percepito: in realtà non stanno rivivendo un ricordo simile, ma una sensazione emotiva simile.

A prescindere da qualsiasi teoria sopra citata, tra le prove che il déjà vu è in ogni caso un "errore" del nostro cervello c'è il fatto che il presunto ricordo si limita al momento del déjà vu senza la possibilità da parte della persona di ricordare quando sarebbe stato creato il "vecchio ricordo" e cosa è successo precedentemente o successivamente (oltre gli istanti di déjà vu).

TEORIE PARANORMALI

Per quanto possono essere concreti i risultati ottenuti dagli scienziati (per i quali noi siamo propensi), finché non ci sarà una risposta certa sul caso nulla impedirà ai sostenitori del paranormale di sorreggere le loro tesi.

Generalmente queste riconducono ad un'abilità del soggetto di poter prevedere il futuro, tramite facoltà di chiaroveggenza. Secondo i sostenitori di queste tesi il déjà vu sarebbe la manifestazione incontrollata di tale abilità, forse intrinseca in ognuno di noi, ma non abbastanza sviluppata ed allenata per poterla gestire al meglio, rendendola sfuggevole. I chiaroveggenti sarebbero dunque quelle persone che conscie del loro potere hanno avuto modo di gestirlo ed accrescerlo. Oppure ancora, sempre legato ai potere della mente, ci sarebbe l'ipotesi secondo il quale il soggetto sfrutti abilità telepatiche per carpire dalla mente di altre persone le informazioni che per egli stesso sarebbero nuove in quel momento (trovandosi poi quindi in conflitto).

Un'altra interessante teoria è quella spirituale, che vuole l'individuo soggetto a déjà vu come un'anima che sta rivivendo la sua vita forse per migliorare e purificare se stessa o forse finché non compie uno specifico atto nel modo corretto; in questo caso il déjà vu sarebbe un ricordo del "precedente tentativo".

Troviamo poi le teorie di universi paralleli che entrano in contatto a causa di qualche frattura dimensionale.